Nell'alcova dai tendaggi orlati d'oro, e dalle colonne tempestate di zaffiri, giace l'imperatore Chan, nel suo letto di ebano ricamato di opali e rubini, coperto dalle pellicce di qualche splendido e sconosciuto animale.
Con gli occhi sbarrati, da sotto le palpebre scolpite nell'onice rosso venato, egli fissa, attraverso la finestra di cristallo, gli infiniti azzurri del cielo e del mare tropicale. Opprimente come un incubo, una fatica senza forma e senza nome, piu' pesante del piu' grande fardello che gli schiavi delle miniere possano trasportare, giace nel fondo del suo cuore; tutti i deliri dell'Amore e del Vino, l'estasi agonizzante delle droghe, i piu' intensi e i piu' sottili impulsi di delizia e di dolore erano stati provati e tutti si erano dimostrati inutili, per l'esausto ma non sazio imperatore.
Pur di godere di una nuove afflizione o di un nuovo spasimo, mai avvertito prima, pensava, giacendo nel suo letto di ebano, avrebbe dato tutto l'argento e il cinabro delle sue miniere, con gli scrigni, i gioelli e le corone del suo tesoro immemorabile, giu' nella cripta. Vanamente, con il verso dei poeti piu' ingegnosi, le capricciose stoffe purpuree tessute dai migliori telai, le gemme e i minerali dalle terre piu' lontane, le pallide foglie e i petali rosso sangue di un raro e velenoso fiore vanitoso, con tutti questi e molti altri strani capricci, e con le piu' selvagge e meravigliose diversioni, gli schiavi e i sultani avevano cercato di alleviare le sue ore interminabili. Uno ad uno egli aveva congedato con uno stanco gesto . Ed ora , nel silenzio tra i drappeggi della sua alcova, egli giace solo, con il cancro della noia nel cuore, come l'eterno verme che morde il cuore del defunto.
Anon, tra le cortine presso la testa del giaciglio, stende una mano scura e snella , stringendo un pugnale, la cui lama riflette l'oro dei tendaggi in un sottile e segretamente ondeggiante bagliore. Lentamente, in silenzio, la lama viene soppesata, quindi si alza e cala come una scheggia di fulmine. L'imperatore grida, mentre la daga, forando la sua tunica, lo ferisce di striscio. In un attimo la stanza si riempie di attendenti armati, che afferrano e trascinano fuori l'aspirante assassina, una schiava, la principessa di un popolo conquistato, che aveva spesso, vanamente, implorato la liberta' presso l'imperatore. Pallida e dipinta dal terrore e dalla collera, fronteggia Chan e le guardie, mentre racconti di mostruose torture inconcepibili, di condanne innominabili, le tornano alla memoria. Ma Chan, rianimatosi e trasalito per un solo attimo, di nuovo avverte l'invincibile debolezza, piu' forte dell'ira e della paura, e ritarda nel dare l'atteso segnale. Quindi, momentaneamente mosso, per caso, da una qualche emozione ironica, parente della gratitudine, gratitudine per il breve ma divertente pericolo,che servi' ad alleviare per un momento la sua noia, egli ordina alle guardie di liberare la principessa; e con gentilezza regale, le mette al collo la propria collana di perle e smeraldi, ognuno del valore di un'intera armata.
English original: Noia (Ennui)