Alcouz Khan era l'unico figlio di Yackoob Ullah, sultano di Halkh. Sregolato e vizioso per natura era un buono a nulla che perfezionò la sua lussuria grazie al potere datogli dalla sua posizione. Egli crebbe insopportabile, crudele e dissoluto e con gli anni della maturità solo i suoi vizi ed i suoi difetti divennero più marcati. Era esattamente il contrario del padre che era un sovrano assennato e amato dal popolo.
Il principe spendeva il suo tempo in divertimenti biasimevoli e dissoluti, frequentando cattive compagnie. Il padre lo riprendeva sempre, ma senza sortire effetto. Egli sospirava al pensiero del giorno, non troppo distante, dato che stava ormai declinando, in cui il principe Alcouz sarebbe giunto al trono. La successione infatti era universalmente temuta data la conoscenza del popolo della crudeltà del sovrano, e di come aveva dissipato la gioventù.
Arrivò a Balkh dall'Hindustan un famoso mago chiamato Amaroo. Era divenuto famoso per la sua abilità nel predire il futuro. I suoi clienti erano ovunque, perché è universale il desiderio di alzare il velo sul futuro.
Alcouz fu spronato dall'impulso comune a fargli visita. Il mago, un uomo piccolo con fieri e luccicanti occhi, indossava lunghi abiti e stava sul divano dove si raccoglieva in meditazione, visto il principe si prostrò al suo cospetto.
"Io sono venuto a te" - disse Alcouz - perché tu legga per me i nascosti e imperscrutabili decreti del destino - . "Per quanto mi è possibile, la mia abilità ti servirà" replicò l'indù. Fece cenno al visitatore di sedersi e procedette alla preparazione. Pronunciò alcune parole in una lingua che Alcouz non capì e che resero la stanza oscura eccetto la pallida e tremolante luce di un braciere zeppo di carbone. Dentro di essa Amaroo lanciò vari bastoncini di legno profumati che tenevano in mano. Un nero e spesso fumo si alzò restando in quel luogo, la sua figura semi-nascosta sembrò aumentare e divenire più imponente mentre recitava incantesimi in una strana e sconosciuta lingua.
La stanza illuminata sembrò allargarsi indefinitamente con il nero vapore. Alcouz non poteva più vedere i muri e la camera sembrava chiusa in qualche enorme caverna nella profonda oscurità. Il fumo formò sagome ondulate e fantastiche che presero rapidamente la forma di esseri umani. Allo stesso tempo le mura dell'oscurità si contrassero sino a divenire la stanza del trono. Maggior fumo salì dal braciere divenendo una lunga fila di pilastri che raggiungevano il trono. Oscure figure stavano innanzi allo scranno prima di altre persone lì riunite. Improvvisamente divennero più chiari e distinti, e Alcouz li riconobbe. Il luogo era la sala del trono, e la figura seduta era lui stesso. Gli altri erano ufficiali di corte e amici personali. Una corona cingeva la testa di Alcouz ed i suoi cortigiani si genuflettevano in segno di omaggio. Così, per un istante, la scena si mantenne per poi dissolvere le ombre nel nero vapore. Amaroo stava al fianco del principe. "Hai visto come sarà il futuro", disse, "Ora tu osserverai altri eventi".
Ancora si alzò il fumo turbinoso e si levarono gli incantesimi, ed ancora il vapore si fece i pilastri ed il trono occupato dalla solitaria figura di Alcouz. Sedeva osservato da occhi celati, assorto in meditazione. Entrò uno schiavo che sembrò parlargli e poi si ritirò. Fece il suo ingresso una figura che Alcouz riconobbe per Amaroo, il mago indù. Si inginocchiò innanzi al trono per poi presentare una petizione. La figura seduta era apparentemente pronta a replicare quando l'indù, arrivando sino ai suoi piedi, fece balenare un lungo coltello estratto dal petto e lo colpì.
Quasi nello stesso istante, Alcouz, che stava osservando paralizzato l'orribile scena, lanciò un lungo grido e cadde morto, colpito al cuore da un mago, strisciato dietro il principe e da lui non visto.
English original: Il Principe Alcouz E Il Mago (Prince Alcouz and the Magician)