Colui Che Cammina Tra Le Stelle (The Star-Treader)

Translation of Clark Ashton Smith by Francesco Bruni e Matteo Simoncini and Bruno Aliotta

I

Una voce mi gridò in un'alba di sogni,
dicendo: "Affrettati, le reti della morte e della nascita
si logorano fino alla rottura; verso lo spazio scintilla
il tuo antico sentiero verso i soli,
la cui fiamma è parte di te;
e i profondi abissi giacciono contemporaneamente
la cui oscurità corre

attraverso ogni mistero del tuo spirito.
Va' avanti, e percorri illeso la vampa
delle stelle attraverso cui passasti nei giorni antichi;
penetra senza paura ogni vastità
la cui immensità non ti ha schiacciato dentro al passato.
Una mano fa saltare le catene del Tempo,
una mano fa girare indietro le porte degli anni;
ora cadono i legami terreni della gioia e delle lacrime,
e s'apre lo stretto sogno verso lo spazio sublime."

II

Chi cavalca un sogno, che mano arresterà!
Quale occhio noterà o misurerà
il suo passaggio far scivolare via intenzionalmente
la linea e l'onda della sua strada!
Mi prese dal mondo che si stava richiudendo
e mi trascinò oltre l'orlo del Senso,
la mia anima venne scagliata, e soppesata, e fatta vorticare
come un pianeta incatenato e scaraventato
Con un lampo solare forte e teso.
Veloce come trasmessi raggi
che saltano da spaccati soli una tenebra
nella cui vastità nessun sole risplende,
l'alato sogno compì la sua strada.
Attraverso gli anni rovesciato e acceso ancora
seguii quell'infinita catena
nella quale i soli sono anelli di luce;
ripercorso lungo lineari, ordinate sfere
l'attorcigliarsi dei fili degli anni
in tessiture lavorate di mezzogiorni e notti;
attraverso stelle e profondità guardai il sogno srotolarsi,
quelle spire che formano le vestimenta dell'anima.


III

Fiammanti albe della memoria,
ogni sole ha radiosità per riaccendere
una sigillata, abbandonata e oscurata stanza
nell'immensità dell'anima.
I loro alieni codici mostrati e illuminati,
capii cosa ognuno avesse scritto
sul cartiglio del mio spirito;
ancora indossai le mie antiche vite,
e conobbi la libertà e i ceppi
che formarono e segnarono la mia anima.

IV

Scavai in ogni mente dimenticata,
le unità che mi costruirono,
le cui profondità prima erano cieche
e informi come l'infinito -
conoscendo ancora ogni precedente mondo -
da pianeta a pianeta trascinato
attraverso abissi che grandemente si dividono
come a un sonno tra le vite.
Un mondo trovai, dove le anime dimorano
come venti che riposano sopra una rosa;
in più strisciano
per sciogliere tutti i gravami degli antichi dolori.
E ce n'era uno, un giardino cintato
i cui fiori sono cresciuti di antico peccato
e morte, la linfa che sgorga e fluisce:
gli spiriti piangono che qui risiedettero.
E una cosa conobbi, dove gli accordi del dolore
di stridori riempiono la lira del Senso;
e una cosa, dove l'antica catena della Bellezza
è forgiata nuova con strana avvenenza,
in anelli di tenue fiamma di mai estinto desiderio
e ineluttabile violenza.

V

Là dove nessun sogno terrestre ha posto il piede
la mia visione entrò impavida,
e la Vita i suoi celati reami mostrò
a me come a un dio curioso.
Dove colorati soli di triplici sistemi
donano ai pianeti soprannaturale, ineffabile,
verde luce che li circonda come un mare esterno,
e ampi aurorali mezzogiorni che s'alternano
ai cieli come un tramonto solo in parte posseduto,
il tocco della vita rinnovò incomprensibilmente
le note della gioia e l'armonioso incantesimo del tormento.
Morte passioni come a stelle riaccese
brillarono nell'oscurità di vie dimenticate;
dove gli dei senza corona nel buio siedono
il giorno fu passato su caldi altari.
Sentii - isolato in quei mari melodiosi -
la centrale musica delle Pleiadi,
e verso Alcione la mia anima
ondeggiò con le stelle che regolavano il suo canto.
Senza sfida, lieto, camminai, un revenant (sognatore)
in paradisiaci mondi da lungo perduti;
O dimorai in sfere che non cantano a quelli,
attraverso spazio che la luce non aveva attraversato,
diverso come la pazza risposta dell'Inferno rivolta
all'angelico canto del Paradiso.

VI

Quali vastità il sogno uscì a cercare!
Sembravo oltre la rievocazione del mondo
in abissi dove l'oscurità è un muro
che rende la potente Antares cieca!
In sfere inimmaginate trovai
la sequenza della mia stessa esistenza,
qualche vita dove la primigenia ricompensa del Canto,
la strana imperitura foglia,
venne posta su fronti che lo stellato Tormento
avevano coronato, e il Dolore consacrò a lungo;
qualche avatar in cui l'Amore
cantò come l'ultima grande stella del mattino
prima che il pallido astro della Morte riempisse tutto il suo cielo;
qualche vita in più freschi anni non logorati
sopra un mondo in cui
la pace era una veste come le quieti che giacciono
su pozze raggianti di nuova fonte:
qui la pellucida superficie del Tempo prese
chiara immagine di tutte le cose, né si scosse
fino al nero spaccarsi dell'ala dell'Oblio;
qualche risveglio più mattiniero
negli anni pristini, quando gigantesca lotta
di forze oscuramente scagliate
per prime forgiarono la cosa chiamata Vita -
calda dalla fornace dei soli -
sull'incudine di un mondo.

VI

Così conobbi quelle cose anteriori
le cui vite nella mia furono mescolate;
finché, ecco!, il mio sogno che occupò una notte
in cui Rigel non invia messaggi della sua potenza,
venne riempito di stelle percorse,
e rimpicciolito alla misura del sole -
le familiari sbarre della prigione del cervello,
e le vestimenta del dispiacere e della gioia,
intrecciate dalle intricate spolette della terra.

English original: Colui Che Cammina Tra Le Stelle (The Star-Treader)

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