Il Ghoul e il Serafino (The Ghoul and The Seraph)

Translation of Clark Ashton Smith by Francesco Bruni, Matteo Di Corinto and Bruno Aliotta

Scena: un cimitero, al chiaro di luna. Il ghoul emerge dall’ombra di un cipresso e canta.

Canto

La Pestilenza ha preso il volo!
Osserva la dolce schiuma cremisi
sulle labbra del contadino e del re!
ogni verme ha il suo ricco rifugio;
la Pestilenza ha preso il volo!

Ancora adesso il suo bacio tinge di rosso
la fronte della fanciulla, della regina e della meretrice;
la monaca gli cede la propria guancia;
pallide labbra che mai furono baciate prima,
il suo antico bacio tinge di rosso.

Salute a te, bianco verme della morte!
Il prete nel bordello muore,
lo scarafaggio contrae malanno dal suo respiro!
in una fossa semiscavata il becchino giace:
salute a te, bianco verme della morte!

Il serafino appare tra gli alberi, camminando e volando, con le
ali la cui iride la luce lunare ha reso debole, e si arresta
davanti al ghoul.

Il serafino

Qual giardiniere in immondi campi dell’inferno
o sguattero della casa del Diavolo sei tu,
a cui il sudiciume di Malebolge s’aggruma
e il fetore di orrida immondizia?
Tu sei nodoso
e nero come ogni coboldo1 dalle miniere
in cui i demoni scavano oricalco e acciaio
per forgiare gli infernali spaccatendini!
Sulla tua faccia,
detestabile e maligna come potrebbe ossessionare
l’ultimo delirio di una morente megera,
o la follia di un negromante, ricadono i tuoi riccioli
come fradici canneti che s’arrampicano lungo
l’Acheronte
da spiagge di notte ed orrore;
e le tue mani, come radici di cipressi sradicati nella
tempesta
che ancora trattengono il loro orrido foraggio,
trasformano il lieto vino e la manna dei cieli
in una nauseante malattia nelle mie vene.

Il ghoul

E chi sei tu? Qualche sciocco di Dio, dalla faccia bianca,
con le ali che emulano il frastornato uccello,
e con l’esangue bocca per sempre riempita di salmi
anziché di onesti viveri!.... Hai chiesto
il mio nome? Sono il ghoul Necromalor:
in tombe recenti scavo il mio sostentamento,
come un uomo nei campi di rape; io prendo
per tavola la lastra divelta, che riporta
le parole “In pace”; nero e coagulato sangue
di cadaveri è tutto il mio vino senza coppa,
lentamente bevuto come raffinate bevande vampiresche
da polsi aperti in sonno interminabile.

Il serafino

O sozzura nata dalla nonuplice maledizione
da Apollyon2 dalla bocca di drago, piumato di dardi
e armato di corni di bronzo incandescente!
O oscuro come l’incubo di Satana, o il frutto
dello stupro di Belial 3sul nero ippogrifo dell’inferno!
Cosa sai tu del Paradiso, dove crescono
i giardini di mirra carica di manna,
e loti sconosciuti ad Ulisse,
i cui frutti forniscono il nostro lungo e insaziabile
banchetto?

Dove sconfinati campi, mai arati e mai seminati,
provvedono come appannaggio di Dio stesso la loro messe
di grano dal cuore ambrato, e sesamo
più dolce del nardo4 che l’aria di Persia permea
dell’olibano5delle isole dell’India!

Dove foreste dalle foglie di fiamma infinitamente pullulano
di palme di tremulo opale, dalle cui cime
ambrosii mieli colano eternamente
in piogge di luce madreperlacea! Dove sorgono e sorgono,
terrazzi su giacintini terrazzi, colline
ricoperte di uve stillanti ceruleo vino,
un cui sorso dissolve l’eternità
in dimentica beatitudine e superno sogno!

Il ghoul

Per tutta la carne alla quale i loro stomaci più si raccomandano
e per tutto il relativo vino.
Per me, io so, le prelibatezze di cui ti vanti erano come vento
in sale in cui gli uomini hanno festeggiato ieri,
o le ripulite ossa che la saziata iena lascia.

Tigre e maiale hanno la loro assegnata sovraporzione,
né è privo lo squalo del suo cibo; l’uccello
è nutrito dal verme degli ossari; l’uomo,
o il lupo grigio, ucciderà e mangerà l’uccello,
finché lupo ed uomo saranno carogne per il verme.
Cosa vuoi? Come il giglio degli elfi,
o come il mirto di Pafo6, pallido d’amore,
traggo dall’arrendevole morto
la legittima carne che la legge del mio stomaco richiede.
Sono tutti mangiatori di morte: la vita non vivrà,
a meno che suo cibo sia la morte: nessun atomo
in alcuna stella, né la più remota luna del cielo
non è stata che bilioni di volte ricreata.
Il cibo d’insaziabile vita, e cibo
d’insaziata morte: per tutto è cambiamento -
Cambiamento, che ha plasmato il cancro e la rosa,
e plasmato la stella, e plasmato la pietra di zaffiro,
e acceso grandi altari, e gli occhi dei leoni -
Cambiamento, che ha fatto gli stessi Dei dalla melma
uscire dai pozzi di Python7, e i volenterosi
Dei e i loro costruiti cieli ritornare indietro
nella melma.
I frutti di luci arcangeliche
di cui ti vantasti e le uve di azzurro vino
sono state lo sterco dei draghi e il sangue
di rospi nel Flegetonte8: ogni particella
che è nel loro fulgore salì per vie separate
attraverso soli, mondi e cicli infiniti -
Attraverso bruciante bruma di sistemi non iniziati,
e le chiome di crinite comete, che hanno sferzato
la notte dello spazio verso la Furia e il fuoco;
E nel nucleo delle fredde e spente stelle,
E in immalleabili metalli profondi,
ogni atomo ha dormito o conosciuto la melma
di ciclopici oceani trasformati in aria
prima che i soli di Ofiuco sorgessero;
E hanno conosciuto la notte interstellare,
e hanno giaciuto alla radice di fiori ciechi
in mondi senza sole, o al cuore
di palpitanti fiori di carne dagli occhi mostruosi,
o d’amaranti di pietra fiorenti per eoni;
e hanno svolto il loro servigio dentro i cervelli
dei saggi e dei maghi, e sono serviti
a gonfiare le pulsazioni di re e conquistatori,
e sono stati al corrente dei cuori delle regine.


Il ghoul volta le spalle al serafino e s’allontana, cantando.

Il canto

O condor, difendi le tue vie montane
sopra le lunghe terre andine;
avvoltoio, custodisci le sabbie orientali
dove vaga l’abbandonato cammello:
Io, lo scarafaggio ed il verme proteggeremo
le intrecciate tombe dello zotico e del nobile.

Oh, caldo e lucente il sangue che giace
sul sentiero del leone ferito!
Iena, ridi, e sciacallo, ulula,
e accerchiatelo, lui che si volta e muore!
Io, lo scarafaggio ed il verme proteggeremo
le intrecciate tombe dello zotico e del nobile.

Le braccia di una dissoluta ragazza sono belle,
o le mani di un arpista e di un cavaliere:
il seno di una monaca sia dolce e bianco,
dolce è il sangue del festoso frate.
Io, lo scarafaggio ed il verme proteggeremo
le intrecciate tombe dello zotico e del nobile

1 Nella mitologia germanica si tratta di uno spirito o genio domestico

2

3 Uno dei tanti nome di Satana oppure uno dei demoni maggiori, a seconda delle interpretazioni.

4 Pianta selvatica, tipica dei monti, molto odorosa

5 Tipo di incenso

6 Figlio di Pigmalione e di una statua a cui la Dea Afrodite diede vita.

7

8 Fiume degli inferi

English original: Il Ghoul e il Serafino (The Ghoul and The Seraph)

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